giovedì 26 maggio 2011

FREGOLA CON ASPARAGI E POMODORINI - FREGOLA CON ESPÁRRAGOS Y TOMATITOS

(versión en español más abajo)

Oggi è stata una di quelle giornate che si portano a termine esclusivamente per inerzia, già che le forze sono finite ancor prima di mezzogiorno. A Madrid fa caldissimo, sembra luglio, e io più fa caldo più mi spengo. Eppure sono nata in piena estate, non dovrei forse amare questa stagione? Meno male che c'è tanta bella verdura e frutta fresca in giro, è un'ottima consolazione! 
Il mio pranzo di oggi è stato concepito, preparato e mangiato in mezz'ora: avrei voluto avere in casa del farro o un misto di cereali, ma la fregola si è difesa benissimo, anzi, come al solito mi sorprende. Ha un sapore così caratteristico e una consistenza così piacevole che si presta benissimo a qualunque tipo di piatto, anche alle simil-insalte. Insomma, ricettina veloce-veloce.


INGREDIENTI
(per una persona che ha frettissima di mangiare e uscire)

60 gr. di fregola media (io, se non ho in casa quella artigianale, uso questa)
6 asparagi
60 gr. di pomodorini
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaio d'olio evo
qualche foglia di basilico
pepe macinato fresco
qualche scaglia di grana

Mettete a bollire la pasta. Intanto mondate gli asparagi, tagliateli in tre pezzi e scottateli per due minuti due. (Io ammetto di averli tuffati nell'acqua della pasta e di averli poi recuperati con lo schiumino. L'ho detto che ero di fretta, vero?) Scolateli e saltateli in padella con metà cucchiaio d'olio, l'aglio, i pomodorini e qualche foglia di basilico. Se non siete a dieta abbondate pure con l'olio, sarete sicuri che le verdure non si attaccheranno. Se invece non vi va di usarne troppo, un paio di cucchiai prelevati dall'acqua di cottura della pasta andranno benone per mantenere il tutto bello umido. Dopo una dozzina di minuti (la fregola, secondo me, va sempre assaggiata, ho notato che cambia molto a seconda del fuoco su cui viene cotta) scolate la pasta, fatele fare un breve giretto in padella, il goccio d'olio a crudo che avevamo messo da parte, una decina di scagliette di grana... correte a tavola!

VERSIÓN EN ESPAÑOL

Hoy ha sido uno de esos días que uno acaba nada más que por inercia, ya que las fuerzas se le agotan antes de mediodía. En Madrid hace muchísimo calor, parece julio, y yo, más calor hace más me voy apagando. ¡Pero si he nacido en pleno verano! ¿No debería encantarme esta estación? Menos mal que hay tanta fruta y verdura fresca por ahí, ¡es una excelente consolación!
Mi comida de hoy ha sido pensada, preparada y zampada en media horita: la idea era la de usar farro o un mixto de cereales, pero la fregola (que es un tipo de pasta típica de Cerdeña) se ha defendido muy bien, por no decir que como siempre me ha sorprendido. Tiene un sabor tan característico y una textura tan agradable que vale para cualquier tipo de plato, también para mis pseudo-ensaladas. Total, recetita rapidita.


INGREDIENTES
(para una persona que tiene muchísima prisa)

60 gr. de fregola mediana (si no tengo la artesanal que me traigo de Cagliari, uso esta)
6 espárragos trigueros
60 gr. de tomatitos
1 diente de ajo
1 cucharada de aceite de oliva extra virgen
unas hojas de albahaca
pimienta recién molida
unas virutas de queso Grana Padano

Ponemos el agua para la pasta a hervir (añadimos la sal solo cuando esté hirviendo). Mientras tanto limpiamos los trigueros, los partimos en tres trozos y los cocemos durante 2 minutos en agua salada. Yo los he tirado en la holla de la pasta y luego los he recuperado con una espumadera. (He dicho que iba con prisas, ¿verdad?) Los colamos y los pasamos a la sartén con media cucharada del aceite, el ajo, los tomatitos y unas hojas de albahaca. Si no hay dietas que nos preocupen podemos usar más aceite para que las verduras no se peguen. Si no, pues cogemos unas cucharadas del agua de la pasta. Dejamos cocer unos 12 minutos (a mi me parece que la fregola cambia según el tipo de cocción, así que es mejor probarla siempre antes de colarla), la pasamos medio minuto a la sartén, añadimos la otra mitad de la cucharada de aceite que habíamos guardado, una decena de virutas de questo Grana Padano... ¡y a comer deprisita!

domenica 22 maggio 2011

SPAGHETTINI CON RICOTTA DI PECORA E POMODORINI - SPAGHETTINI CON RICOTTA DE OVEJA Y TOMATITOS

(versión en español más abajo)

Maggio è, da qualche anno a questa parte, il mese più crudele stancante dell'anno: il Salone del libro di Torino è un evento meraviglioso che ormai non mi perderei per niente al mondo, ma mi stanca, mi sfianca, sia fisicamente sia mentalmente. Insomma, risorgo solo oggi, e senza nemmeno aver mangiato un gianduiotto! Ho fatto un altro salto a Cagliari, però, e mi sono portata un bel po' di ricotta di pecora fresca. Penso di sapere come la userò (stay tuned!), ma intanto ne ho rubato un pezzetto per una pastasciutta veloce veloce che sa di primavera. Questo è un piatto che faccio spesso e che mi piace da matti (anche se di solito uso la ricotta vaccina, che è più facile da reperire a Madrid) e il fatto che si prepari così in fretta gli fa guadagnare ancora più punti!


INGREDIENTI
(per 2 persone)

140 gr. di spaghettini
100 gr. di ricotta di pecora fresca
1 cucchiaio d'olio evo
125 gr. di pomodorini
1 spicchio d'aglio
basilico
pepe macinato fresco
(parmigiano o grana opzionale)

Mettete a bollire la pasta in abbondante acqua salata. Intanto tagliate i pomodorini a metà e saltateli in padella con un cucchiaio d'olio, un po' di basilico spezzettato e uno spicchio d'aglio schiacciato per non più di due minuti. Stemperate la ricotta con qualche cucchiaio dell'acqua di cottura e lavoratela fino a quando non assume una consistenza bella cremosa. Non abbiate paura di allungare la ricotta con l'acqua, altrimenti rischiate che gli spaghetti rimangano collosi e appiccicaticci. Impiattate, una macinatina di pepe e... a tavola! Un pranzo in cinque minuti cinque.

VERSIÓN EN ESPAÑOL

Mayo es, desde hace unos años, el mes más cruel cansante del año: el Salone del libro de Turín es un evento maravilloso que ya no me perdería por nada en el mundo, pero me cansa, me agota, tanto mentalmente como físicamente. Total, vuelvo a mi blog solo hoy, y sin ni siquiera haber comido ningún gianduiotto en Turín. Pero he hecho una escapada a Cagliari y me he traido un buen trozo de queso ricotta de oveja. Creo que ya sé cómo la usaré (stay tuned!), mientras tanto he robado un trocito para unos espaguetis rapiditos que saben a primavera. Este es un plato que hago  a menudo y que me encanta (aunque normalmente uso ricotta de vaca, que encuentro más fácilmente en Madrid) y ¡el hecho de que se prepara tan de prisa le hace ganar aún más puntos!




INGREDIENTES
(para 2 personas)

140 gr. de spaghettini
100 gr. de queso ricotta
1 cucharada de aceite de oliva extra virgen
125 gr. de tomatitos
1 diente de ajo
albahaca
pimienta recién molida
(queso Parmigiano o Grana rallado a gusto)

Ponemos a hervir la pasta en agua salada. Mientras tanto cortamos los tomatitos por la mitad y los saltamos en la sartén con una cucharada de aceite, unas hojas de albahaca troceada y un diete de ajo aplastado durante no más de dos minutos. Mezclamos la ricotta con unas cucharadas del agua de la pasta hasta que no quede cremosa. (No ahorramos en agua, si no la pasta se nos quedará pegajosa.) Colamos la pasta (¡¡respetando los minutos indicados en la caja!!), la ponemos en el plato, echamos un poco de pimienta recién molida y... ¡a comer! Una comida en solo cinco minutitos.



mercoledì 11 maggio 2011

SPAGHETTI INTEGRALI CON ASPARAGI SELVATICI, PANNA E NOCI - ESPAGUÉTIS INTEGRALES CON ESPÁRRAGOS SALVAJES, NATA Y NUECES

(versión en español más abajo)

Il sole è sempre più in forma, è ora di tirare fuori i sandali dall'armadio e salutare la primavera. Ma è possibile che sia già passata? Come ogni anno non sono pronta: non sono pronta per la fortissima luce e il caldo di Madrid, per le zanzare e l'umidità di Cagliari… anche se devo ammettere che non vedo l'ora di stringere una bella pesca o un gelato tra le mani e abbronzarmi un po'.
L'altro giorno non ho potuto fare a meno di comprare gli ultimi (e unici) asparagi selvatici del mercato del paese in cui vive mia madre. "Sono gli ultimi, signora!" mi hanno detto. Sorvoliamo sulla parola "signora" (eppure io mi sento più ragazzina che mai!) e salutiamo la primavera con questo piatto che, sebbene contenga un pochino di panna, è davvero fresco e leggero. Nonché velocissimo da preparare!


INGREDIENTI
(per due persone)

150 gr. di spaghetti integrali
100 gr. di asparagi selvatici
2 cucchiai d'olio
1 spicchio d'aglio
30 gr. di noci
6 cucchiai di panna (leggera)
sale e pepe q.b.
(parmigiano o grana opzionale)

Mettete a bollire gli spaghetti in abbondante acqua salata. Intanto preparate il condimento. Tritate grossolanamente le noci. Scartate gli ultimi centimetri degli asparagi (a partire dal punto in cui si spezzano con un clak netto), tagliateli in tre pezzi mettendo da parte le punte. Schiacciate lo spicchio d'aglio, mettetelo in padella con l'olio (io ne uso solamente un cucchiaio) e le noci e fate rosolare il tutto per un minutino. Aggiungete gli asparagi (le punte per ultime), salateli appena appena e lasciateli cuocere a fuoco vivo eventualmente aggiungendo dell'acqua di cottura per evitare che si asciughino troppo. Poco prima che la pasta sia pronta controllate la cottura degli asparagi e aggiungete la panna ricordandovi che la panna non deve mai raggiungere il bollore, ma solo riscaldarsi. Scolate la pasta, saltatela un attimo in padella, una bella macinata di pepe e… a tavola! Questa volta io ho preferito non usare formaggio, ma ci sta comunque benissimo.


VERSIÓN EN ESPAÑOL

El sol está cada día más en forma, ya es hora de sacar las sandalias del armario y despedirnos de la primavera. ¡No me lo creo que ya pasó! Como todos los años no estoy preparada: no estoy preparada para la fuertísima luz y el calor de Madrid, para los mosquitos y la humedad de Cagliari… aun que tengo que admitir que no veo la hora de tener una fresquilla o un helado entre las manos y ponerme un poco morena.
El otro día no pude aguantarme y compré los últimos (y únicos) espárragos salvajes del mercado del pueblo donde vive mi madre. "¡Son los últimos, señora!" me han dicho. No nos vamos a parar sobre aquel "señora", ¿verdad? (Es que además nunca me había sentido más jovencita que ahora, jeje.) y vamos a despedirnos de la primavera con este platito que, a pesar de llevar nata, es verdaderamente fresco y ligero. ¡Y ademas se cocina en un plis-plas!

INGREDIENTES
(para dos personas)

150 gr. de espaguétis integrales (en España se hallan con facilidad los de la marca Barilla)
100 gr. de espárragos salvajes
2 cucharadas de aceite
1 diente de ajo
30 gr. de nueces
6 cucharadas de nata (ligera)
sal y pimienta al gusto
(questo Parmigiano o Grana Padano rallado opcional)

Ponemos a hervir los espaguétis en abundante agua salada. Mientras tanto preparamos la salsa. Trituramos las nueces con un cuchillo. Desechamos los últimos centímetros de los espárragos (sabremos a partir de dónde porque harán un click al doblarlos y se romperán), los cortamos en tres trozos y guardamos las puntas. Aplastamos el diente de ajo, lo ponemos en una sartén con el aceite (yo solo uso una cucharada) y las nueces y dejamos sofreír durante un minutito. Echamos los espárragos en la sartén (las puntas serán las últimas), añadimos una pizquita de sal y dejamos cocer a fuego vivo añadiendo un poco del agua de cocción de la pasta, si es que hace falta, para que no se sequen demasiado. Poco antes de la la pasta esté echa (respetad el tiempo impreso en la caja para que salga al dente), controlamos si los espárragos están listos y añadimos la nata, que nunca tiene que llegar a cocer, sino solo a calentarse. Colamos la pasta, la mezclamos con la salsa en la sartén, ponemos un poco de pimienta recién molida y… ¡a comer! Esta vez he preferido no usar queso rallado, pero seguro que pegaría muy bien.


giovedì 5 maggio 2011

63ª FIERA INTERNAZIONALE DELLA SARDEGNA

(para los amigos españoles: no voy a traducir este post si os parece. No sirve de mucho si no tenéis pensado visitar Cerdeña o esta feria. Además del hecho de que me ha encantado ir con mi madre, aprender la historia de la carapiña, la abuelita del helado, y probar tantos productos ricos, hay poco que contar. ¡Disfrutad con las fotitos!)

Qualche giorno fa sono andata con mia madre alla Fiera Internazionale della Sardegna. E non lo facevo da non so più quanti anni - sei, sette, dieci? - e comunque allora non ero di certo attratta dalle cose che invece andavo un po' a cercare questa volta. E sono tornata con un bottino niente male che adesso giace nel mio frigorifero. Quello di Madrid, perché intanto sono tornata alla base. Purtroppo non posso farvi assaggiare niente di quello che ho comprato,  perciò spero che vi vogliate accontentare di questo breve (breve? ci proverò!) resoconto.

Ecco le pardule di Rita Serra di Monastir: davvero strane, non ne avevo mai visto di così grandi e irregolari, ma erano davvero squisite.


E il miele Itria


E i prodotti dello stand di Tradizioni Zia Rosa, che... hmm... ho letteralmente svaligiato. Questa salsiccia, per esempio, è saporitissima. E poi, voglio dire, avete notato il tagliere? Amore a prima vista... peccato che non fosse in vendita.


 Per non parlare dei formaggi! 


Poi, nel padiglione G, ho fatto un bellissimo incontro, il più divertente e istruttivo di tutta la giornata: Graziano Pranteddu, spettacolare pasticcere, torronaio e carapignaio di Tuili. 


E qui molti di voi diranno: CARA-CHE? Mai sentito parlare della carapigna, la granita dei nostri avi? È una delizia leggera come la neve molto simile alla granita sicilana. Niente a che fare con i sorbetti confezionati, credetemi. Acqua, succo (e buccia?) di limone e zucchero tuffati nella sorbettiera (o carapignera), il tutto lavorato a mano in un barile di legno di castagno pieno di ghiaccio e sale... e il miracolo è fatto!


Sua maestà la carapigna!


Un assaggino?


(Per saperne di più sulla carapigna: http://www.videolina.it/view/Videolina-Mattina/12592.html)


Questo, invece, è il vecchio attrezzo con cui in passato si lavorava il torrone.


E questo il risultato - buonissimo - dell'arte di Graziano Pranteddu.


Ma salutiamo Graziano Pranteddu e andiamo avanti.
Guardate qui i prodotti del Panificio Porta di Gonnosfanadiga!



E i legumi della Cooperativa Agricola R60 di Las Plassas, che non vedo l'ora di provare (lo so, ormai non è quasi più stagione di zuppe e minestre, ma io un pensierino ce lo sto facendo). A proposito, voi, le cicerchie, le avete mai mangiate?
 

Dallo stand dell'Agricola 27 febbraio di Samassi, poi, ho comprato una salsiccia buo-ner-ri-ma! (Una di quelle curve sulla destra in fondo.)


E last but not least, la vera pazzia del giorno...


...una raffinata idea dell'Azienda Oro Rosso di Saba Valentina di San Gavino che racchiude uno dei tesori più preziosi della Sardegna: lo zafferano. È stato l'ultimo stand che ho visitato, avevo praticamente finito i soldi e sono dovuta uscire con mia madre a contare le monetine che avevamo per portarmi via questa piccola meraviglia! Ve li immaginate 10 euro in monetine? :-)

Che dire, un'esperienza assolutamente da ripetere! Ottima la compagnia, ottimi gli incontri, ottimi i prodotti. Alla prossima!

domenica 1 maggio 2011

INVOLTINI DI CRUDO E PERE - ROLLITOS DE JAMÓN Y PERAS

(versión en español más abajo)

L'altra sera ho invitato a casa due miei carissimi amici (che tra l'altro si rivedevano dopo anni e anni) più il compagno di uno dei due e non stavo nella pelle dalla felicità. Non so voi, ma io entro sempre in panico quando si tratta di mettere in tavola gli antipasti perché ho sempre paura di esagerare con le quantità o di osare troppo nell'accostare i sapori. Be', questa volta nessuno si è lamentato, anzi... perciò direi che questa ricetta può tranquillamente entrare nella lista degli esperimenti riusciti. L'ispirazione me l'ha data una ricetta che ho letto su un vecchio numero di Cucina Moderna (datata aprile 2004!), ma poi, come mio solito, l'ho ritoccata secondo i miei gusti.


INGREDIENTI
(per 12 involtini)

12 fettine di prosciutto crudo
2 pere grandi (dolci ma sode)
80 gr. di formaggio spalmabile tipo Philadelphia
80 gr. di robiola
1 cipollotto fresco
Il succo di mezzo limone
Sale e pepe q.b.

Sbucciate le pere, ricavatene 12 spicchi, privateli del torsolo e - perché non anneriscano - immergeteli in una ciotola piena d'acqua nella quale avrete spremuto mezzo limone. Pulite il cipollotto, tagliate 12 rondelle e tenetele da parte; tritate fine fine il resto. In una scodella lavorate a crema i formaggi con un pizzico di sale e un cucchiaio di cipollotto tritato.
Prendete una fetta di prosciutto, spalmateci sopra la crema di formaggio, fate un giro di macinino di pepe (se non potete macinarlo fresco, aggiungetelo già in polvere alla crema di formaggi), sistemate su un bordo della fetta uno spicchio di pera sgocciolato e asciugato e arrotolate la fetta sulla pera. Una volta pronti, chiudere gli involtini con uno stecchino e infilate su ogni stecchino una rondella di cipollotto. Servite e godetevi le facce dei vostri commensali! 

VERSIÓN EN ESPAÑOL

El otro día invité a cenar a unos amigos (dos de ellos se conocen pero llevaban años sin verse, el tercero es la pareja de uno de los dos) y tenía una ilusión que ni os cuento. No sé si a lo mejor me pasa solo a mi, pero cuando se trata de poner en la mesa los entrantes siempre me pongo nerviosa por si he exagerado con las porciones o si me he atrevido demasiado con algunos sabores. Bueno, pues nadie se quejó así que puedo tranquilamente apuntar esta receta entre los experimentos  exitosos. Para realizarla me inspiré a una receta que leí en un viejo número de una revista italiana que me gusta mucho, Cucina Moderna (¡de abril del 2004!), pero vamos, que como siempre hago, la he modificado a mi gusto.

INGREDIENTES
(para 12 rollitos)

12 lonchas de jamón finitas
2 peras grandes (dulces pero de pulpa firme)
80 gr. de queso de untar (Philadelphia)
80 gr. de queso robiola (en Madrid nunca lo he visto, se puede sustituir con ricotta o simplemente duplicar las cantidades del Philadelphia)
1 cebolleta
El zumo de medio limón
Una pizquita de sal y pimienta

Pelamos las peras, las cortamos en 12 gajos, les quitamos el corazón y - para que no se vuelvan negras - las ponemos en un cuenco de agua con el zumo de medio limón. Lavamos y limpiamos la cebolleta, cortamos 12 rodajitas y las guardamos; picamos el resto. En un bol mezclamos los dos quesos con un poco de sal y una cucharada de cebolleta picada.
Cogemos una loncha de jamón, untamos encima la crema de quesos, damos una vuelta de molinillo de la pimienta (si no tenéis molinillo, podéis poner una pizca de pimienta molida en la crema desde el principio), ponemos un trozo de pera (¡secado con un papel!) en el borde de cada loncha y la enrollamos. Cerramos cada rollito con un palito e le ponemos una rodajita de cebolleta para adornar. ¡Llevamos a la mesa y disfrutamos de la cara de nuestros invitados!

venerdì 29 aprile 2011

INSALATA TIEPIDA DI GRANO, PISELLI E CRUDO - ENSALADA TEMPLADA DE TRIGO, GUISANTES Y JAMÓN

(versión en español más abajo)

Avete fatto la pastiera quest'anno? Io sì, ma non l'ho postata perché ho comprato una marca di grano che non conoscevo e non mi si è gonfiato il chicco a dovere... (diciamo le cose come stanno: io, la scritta "precotto", non l'ho proprio vista!) insomma, non mi ha soddisfatto al 100% e, tanto per fare il primo proposito di questo blog, preferisco aspettare l'anno prossimo. Dicevo, il nuovo grano mi ha fregato alla grande per la pastiera, ma si è dimostrato ottimo per i piatti salati. Nonostante io ami inventare insalate di tutti i tipi, l'ispirazione per questa l'ho presa dal libro di Laura Rangoni 500 ricette con i CEREALI - avena, orzo, grano, mais, miglio, farro, segale (Newton Compton Editori, 2001). Provatela, è davvero buo-nis-si-ma!


INGREDIENTI 
(per 2 persone molto affamate)

150 gr. di grano 
150 gr. di piselli freschi sgusciati
50 gr. di prosciutto crudo in un'unica fetta
1/2 cipolla
1/2 tazza di brodo
2 cucchiai d'olio evo
30 gr. di grana o parmigiano
sale e pepe

Cuocete il grano in abbondante acqua salata. Se comprate quello precotto dovrebbe bastare una decina di minuti, altrimenti mettete l'acqua presto, ché quello non trattato ci mette più di un'ora. Se anche voi, come me, deciderete di usare il precotto, potrete preparare il condimento nei dieci minuti in cui bollirà il grano. Fate imbiondire la cipolla in un cucchiaio d'olio, aggiungete il prosciutto tagliato a dadini (attenzione a non farlo seccare e indurire) e unite i piselli. Versate il brodo e fate cuocere per una decina di minuti. Scolate il grano e unitelo ai piselli. Infine salate e pepate a piacere e mantecate col rimanente cucchiaio d'olio e il formaggio. 
Mentre la mangiavo e mi stupivo di quanto fosse buona a ogni forchettata, ho pensato che potrebbe essere ottima anche con fave e pancetta oppure asparagi e speck. Chi la prova che batta un colpo! :-)
Buon appetito e buon fine settimana!

PS: Io cerco di evitare il burro più che posso, ma qualcosa mi dice che se vorrete usarlo al posto dell'olio non ve ne pentirete di sicuro.

VERSIÓN EN ESPAÑOL

Conozco a mucha gente que nunca ha comido trigo. Bueno, pues yo lo compro muy a menudo y me encanta hacer primeros platos con él. Todos los años en Semana Santa, además, hago un postre típico de Nápoles a base de trigo (el año que viene os pongo la receta, ahora no que no me ha gustado como me ha salido ya que he usado una marca de trigo que no conocía). A mi me gusta mucho improvisar ensaladas de todo tipo, sin embargo la inspiración para la de hoy me la dio el libro de Laura Rangoni 500 ricette con i CEREALI - avena, orzo, grano, mais, miglio, farro, segale (Newton Compton Editori, 2001). En España yo suelo comprar Trigo de la marca Nomen y estoy encantada con él: probad esta ensalada y ya me contaréis si está o no está ri-quí-si-ma.


INGREDIENTES
(para 2 personas muy hambrientas)

150 gr. de trigo
150 gr. de guisantes frescos
50 gr. de jamón en daditos
1/2 cebolla
1/2 taza de caldo
2 cucharadas de aceite

30 gr. de queso Grana Padano o Parmigiano Reggiano
Sal y pimienta

Cocemos el trigo como la pasta, en agua salada. Mientras tanto cortamos la cebolla y la freímos con una cucharada de aceite, añadimos el jamón teniendo cuidado que no se quede seco y al final los guisantes. Echamos el caldo y dejamos cocer durante unos diez minutos. Colamos el trigo, mezclamos con los guisantes, salpimentamos y ponemos la segunda cucharada de aceite y el queso rallado.
Mientras comía no me parecía verdad que estuviera tan rica, seguro que está igual de rica con habas y beicon o trigueros y speck (es un tipo de jamón del norte de Italia, pero seguro que el jamón serrano valdría igual). Si alguien lo prueba... ¡que pegue un grito! :-)
¡Buen provecho y buen finde!

PS: yo procuro no cocinar con mantequilla, pero si queréis usarla en lugar del aceite estoy segura de que no os vais a arrepentir.

martedì 26 aprile 2011

PLUM-CAKE AGLI AGRUMI E SEMI DI PAPAVERO - PLUM-CAKE DE CÍTRICOS Y SEMILLAS DE AMAPOLA

(versión en español más abajo)

Quanto mi piace l'abbinamento pioggia-torta nel forno! Tra ieri e oggi a Cagliari ha piovuto tanto e più piove più sento l'esigenza di rintanarmi in casa.

L'idea di questo cake è partita dal nostro alberello di kumquat che, in questo primo anno di vita con noi, ci ha regalato una ventina di frutti. Oggi mi sono svegliata con la voglia di raccogliere gli ultimi sopravvissuti - in realtà ne ho risparmiato uno, non ce la facevo a lasciare il mio piccolo albero completamente nudo! - e di farne qualcosa di molto profumato. Ho pensato che un limone appena raccolto e un'arancia bella dolce potessero esaltarne ancora di più il sapore... e poi mi son chiesta: "ma un tocco di colore?". Ed ecco la risposta: "un bel cucchiaione di semi di papavero!". Appena sfornato, poi, mi sembrava così spoglio che gli ho fatto uno sciroppo al volo con cui l'ho spennellato e che gli ha dato un aspetto ancora più appetitoso. Provare per credere!
Per gli amanti degli agrumi è qualcosa di veramente libidinoso. Io ne ho mangiato due fette con una tazzona enorme di tè nero alla vaniglia, ma domani ho intenzione di provarlo col latte e sono sicura che non mi deluderà.


INGREDIENTI 

per il plum-cake
160 gr. di farina 00
100 gr. di fecola di patate
190 gr. di zucchero
2 uova
75 gr. di burro (oppure olio di semi)
un'arancia
un limone
3 kumquat
un cucchiaio di semi di papavero
un cucchiaio di grappa
una bustina di lievito vanigliato
un pizzico di sale

per lo sciroppo
mezza tazza d'acqua
3 kumquat tagliati a rondelle
3 cucchiai di zucchero

Montate le uova con lo zucchero finché non si schiariscono e diventano spumose. Aggiungete il burro, il sale, le bucce grattugiate dell'arancia, del limone e di 3 kumquat, il succo degli agrumi (attenzione ai semi dei kumquat!) e il cucchiaio di grappa. Setacciare il mix di farina, fecola e lievito e aggiungete i semi di papavero solo alla fine. Preparate uno stampo da plum-cake e infornate in forno preriscaldato a 180º per 40 minuti circa.

Poco prima che il bimbo sia pronto (non aspettate di sfornarlo come me, fatelo durante la cottura), preparate lo sciroppo: in un pentolino mettete a bollire mezza tazza d'acqua con 3 cucchiai di zucchero e, quando bolle, tuffateci dentro i 3 kumquat tagliati a rondelle e privati dei semi. Saranno pronti in una decina di minuti, quando il liquido si sarà addensato e i frutti saranno diventati trasparenti.

Dopo aver fatto la prova stecchino, sfornate il plum-cake e spennellatelo con lo sciroppo, cercando di distribuire i kumquat in modo omogeneo perché ogni fetta abbia poi la sua bella rondellina di kumquat in superficie. Lasciatelo raffreddare - se non avete fretta di mangiarlo anche nel forno appena spento - e gustatelo magari proprio con un tè aromatizzato alla vaniglia.


VERSIÓN EN ESPAÑOL

¡Qué bien pega la lluvia de la calle con un pastelito en el horno! Entre ayer y hoy en Cagliari ha llovido mucho y cuanto más llueve yo necesito esconderme en casa.

La idea de este cake me la dio nuestro árbol de kumquat que en este primer año de vida con nosotros nos ha regalado unos veinte frutitos. Hoy me he despertado con ganas de recolectar los últimos supervivientes - en realidad he ahorrado la vida a uno de ellos, ¡me daba mucha cosa dejar a mi arbolito totalmente desnudo! - y hacer algún postre que tuviera mucho aroma. He pensado que un limón recién cogido y una naranja dulcecita pudieran exaltar aún más su sabor… y luego me he preguntado si unas semillas de amapola no pudieran darle un toquecito de color: ¡por supuesto que sí! En cuanto lo he sacado del horno y lo he visto tan tristón sin nada encima se me ha ocurrido hacerle un jarabe: yo creo que le queda de miedo.

Para los amantes de los cítricos es algo verdaderamente libidinoso. Yo he comido dos rebanadas con una taza de té negro a la vainilla y mañana tengo pensado provarlo también con lecha y ya sé que no me quedaré decepcionada.

INGREDIENTES

para el plum-cake
160 gr. de harina
100 gr. de fécula de patata
190 gr. de azúcar
2 huevos
75 gr. de mantequilla (o aceite de girasol y otro que no sea de oliva)
una naranja
un limón
3 kumquats
una cucharada de semillas de amapola
una cucharada de aguardiente
un sobrecito de levadura (posiblemente vanillada)
una pizca de sal

para el jarabe
media taza de agua
3 kumquats
3 cucharadas de azúcar

Montamos los huevos con el azúcar hasta que no se vuelvan claros y espumosos. Añadimos la mantequilla, la sal, la ralladura de la naranja, del limón y de los primeros 3 kumquats, el zumo de los cítricos (¡cuidado con las pepitas de los kumquats!) y la cucharada de aguardiente. Tamizamos la harina con la fécula y la levadura y juntamos las semillas de amapola solo al final. Preparamos un molde de plum-cake y horneamos en horno precalentado a 180º durante unos 40 minutos.

Poco antes de que el niño esté listo (no os esperéis hasta al final como yo, hacedlo durante la cocción), preparamos el jarabe: en un cazo ponemos a hervir media taza de agua con tres cucharadas de azúcar y cuando hierva echamos los últimos 3 kumquats en rodajitas y sin semillas. Estarán listos en unos diez minutos, cuando el liquido se habrá adensado y los frutos estén transparentes.

Después de haber hecho la prueba del palito (se introduce un palito en el medio del bizcocho y si sale limpito, sin migas, quiere decir que es hora de apagar el horno), sacamos el plum-cake del horno y le pintamos encima el jarabe con los kumquats que intentaremos distribuir de manera homogénea para que cada rebanada tenga su rodajita de kumquat encima. Y lo dejamos reposar - si no tenemos prisa en el mismo horno - para luego saborearlo, ¿por qué no?, con un té de vainilla.





domenica 24 aprile 2011

RAVIOLI RICOTTA E ZAFFERANO - RAVIOLIS DE QUESO RICOTTA Y AZAFRÁN

(versión en español más abajo)

Pronti, via! Sono anni che cerco il coraggio di aprire un blog di cucina tutto mio, uno spazio in cui trascrivere le ricette a cui sono più affezionata, ma anche i miei esperimenti... visto che ho la pessima abitudine di scrivere poco e niente mentre cucino, e se proprio mi ci metto lo faccio su qualche post-it volante che (con la testa che mi ritrovo) perdo regolarmente.

Quando, nel 2005, ho lasciato la mia adorata Sardegna per andare a vivere a Madrid, mi sono accorta di quanto amassi i sapori che mi avevano accompagnato nella crescita e di quanto fosse importante per il mio equilibrio interiore non perderli. Insomma, ho cominciato a cucinare, spadellare, infornare e sfornare, ho scoperto che vivere all'estero non vuol dire per forza mettere una croce sui piatti preferiti. Ecco spiegato il nome di questo blog, un accostamento (ricotta + zafferano) che dalle mie parti sa di casa.
La mia prima ricetta, perciò, non poteva che essere una ricetta dietro la quale si cela un mondo. Il mio mondo. Signore e signori, ecco a voi le loro maestà i ravioli. E non ravioli qualunque, bensì i miei preferiti, quelli ripieni di ricotta e zafferano, che a Cagliari mangiamo con un sugo leggero di pomodoro e una spolverata di grana oppure pecorino.

INGREDIENTI
(per una trentina di ravioli)

per la pasta
400 gr. di farina 00
250 gr. di semola fine (granito)
1 uovo grande
1 tazza d'acqua calda e salata

per il ripieno
500 gr. di ricotta mista (vaccina + ovina)
1 uovo grande
1 bustina di zafferano
la buccia di un limone grattugiato
da 1 a 3 cucchiaini di zucchero a seconda dei gusti
sale q.b.

Preparate la pasta: su una spianatoia mescolate le due farine, fate una fontanella e aggiungete metà dell'acqua, l'uovo e impastate. Se durante la lavorazione la pasta chiederà altra acqua... dategliene pure! Una volta pronta avvolgetela in un panno lontano da fonti di calore.

E adesso il ripieno: schiacciate la ricotta con una forchetta, aggiungete l'uovo, il sale, lo zafferano, la buccia di un limone grattugiato e lo zucchero.

Ora prendete dall'armadio l'Imperia o chi per lei, e tirate la pasta (io ne taglio un pezzo, poi lo schiaccio per benino con le dita e faccio due giri a 6, uno a 4 e poi l'ultimo a 2), formate delle montagnette di ripieno, avvolgetele e poi formate il raviolo come più preferite (mi raccomando, badate bene di togliere tutta l'aria, altrimenti potrebbero aprirsi in cottura).

A mano a mano che li fate, adagiateli su un vassoio di carta spolverato di granito o semola, facendo attenzione che non si attacchino l'uno all'altro.


Intanto avrete sicuramente preparato il sugo di pomodoro, vero? Io lo faccio al volo, senza soffritto e vi assicuro che è davvero buono: una scatola di pelati frullati (rigorosamente La Fiammante, i miei preferiti in assoluto), una cipolla tagliata a metà, una carota, un cucchiaino di sale e mezzo di zucchero, un giro d'olio e qualche foglia di basilico. Bene, allora mettete a bollire l'acqua, tuffateci un bel cucchiaione di sale e poi i ravioli: con delicatezza, per favore! Aspettate che salgano a galla, scolateli con una paletta forata per non gettarli nello scolapasta rischiando di romperli, adagiateli nel piatto, una bella spolverata di grana o pecorino (o entrambi)... e buon appetito!


VERSIÓN EN ESPAÑOL

¡Preparados, listos, ya! Hace años que quiero abrir un blog de cocina mío en el que escribir las recetas a las que más cariño tengo y también mis experimentos (ya que suelo apuntarlas en algún post-it que siempre acabo perdiendo, ¡vaya cabeza!), pero hasta hace unos días no me atreví.

Cuando, en el 2005, me despedí de mi querida Cerdeña para mudarme a Madrid, me dí cuenta de lo importante que eran para mi los sabores de mi infancia, así que empecé a trastear en la cocina y descubrí que vivir en otro país tampoco quería decir renunciar a mis platos favoritos. De aquí el nombre de este blog: Ricotta y Azafrán, dos sabores que pegan muy bien y en mi cabeza - y en mi boca también - saben a casita.
Así que detrás de esta primera receta hay todo un mundo. Mi mundo. Señoras y señores, aquí tenéis a sus majestades los raviolis. Y no unos raviolis cualquiera, sino mis favoritos, los rellenos de queso ricotta y azafrán, que en mi ciudad - Cagliari - comemos con tomate y queso Grana Padano rallado o con queso Pecorino Sardo curado rallado.

INGREDIENTES
(para unos treinta raviolis)

para la pasta fresca
400 gr. de harina (mirar el contenido proteínico, tiene que ser de un 10%)
250 gr. di semolina
1 huevo grande
1 taza de agua caliente y salada

para el relleno
500 gr. de queso ricotta mixta (de vaca y oveja)
1 huevo grande
1 sobrecito de azafrán en polvo
la ralladura de un limón
de 1 a 3 cucharaditas de azúcar según los gustos
una pizca de sal

Preparamos la pasta fresca: mezclamos las dos harinas, hacemos el típico volcán en el que echamos la mitad del agua, el huevo y amasamos. Puede que la masa pida más agua... y no la vamos a dejar morirse de sed, ¿verdad? Cuando esté hecha, la envolvemos en un trapo y la dejamos reposar lejos de fuentes de calor.

Y ahora el relleno: aplastamos la ricotta con un tenedor, añadimos el huevo, la sal, el azafrán, la ralladura de limón y azúcar.

Ahorita cogemos nuestra máquina para hacer pasta y estiramos la masa (la pasamos dos veces por los rodillos a la anchura 6, una vez a la 4 y al final una vez a la 2).
 

Ponemos encima de la pasta unas montañitas de relleno, las cubrimos y formamos los raviolis como más nos gusta (cuidado, hay que sacar bien el aíre para que no se abran luego en la olla).


Cuando los tengamos listos los ponemos en una bandeja de cartón con un poco de semolina, teniendo cuidado que nuestro bichitos no se peguen entre ellos.

Ahora ponemos a hervir el agua en una olla bastante grande. Mientras tanto hemos preparado el tomate, ¿verdad? Yo lo hago sin sofrito ni nada, solo una lata de tomates pelados que batimos con la batidora (por cierto, si alguien ha visto la marca La Fiammante en Madrid, ¡que por favor me diga dónde!), una zanahoria, una cucharadita de sal, media cucharadita de azúcar, un chorrito de aceite y unas hojas de albahaca. A fuego bajo y cazo tapado durante unos 35-45 minutos. En cuanto el agua esté hirviendo, echamos una cucharada abundante de sal y los raviolis con mucho cariño para que no se rompan. Estarán listo cuando suban a la superficie, suelen tardar unos 7-8 minutos. Colarlos mejor con una espumadora (tirarlos en el colador sería un trauma para ellos), añadirles el tomate, echarle un poquito de queso Grana Padano o Pecorino Sardo... y ¡a comer!